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Persistono errori nella spesa dell’UE, mentre cresce l’onere del debito

Persistono errori nella spesa dell’UE, mentre cresce l’onere del debito
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Persistono errori nella spesa dell’UE, mentre cresce l’onere del debito

  • Il livello di errore nelle spese del bilancio UE è stimato al 3,6 %
  • Anche nell’ambito del meccanismo dell’UE per la ripresa post-COVID sono stati riscontrati pagamenti irregolari e debolezze sistemiche
  • L’aumento dell’onere del debito è una minaccia per i bilanci futuri dell’UE

Secondo la Corte dei conti europea, il livello di errore stimato nella spesa del bilancio dell’UE è diminuito, ma continua a destare preoccupazione. Nella relazione annuale pubblicata oggi, gli auditor della Corte evidenziano anche i rischi posti dal crescente onere degli obblighi dovuti ai prestiti assunti e dalle relative implicazioni per i futuri bilanci e azioni dell’UE. Mentre si discute su come modellare il prossimo periodo di bilancio dell’UE che avrà inizio nel 2028, la Corte esorta a prestare maggiore attenzione alla misurazione della performance, alla trasparenza e alla rendicontabilità.

La Corte dei conti europea conclude che i conti dell’UE per il 2024 forniscono un’immagine fedele e veritiera della situazione finanziaria e che le operazioni su cui sono basate le entrate sono prive di errori. Rileva tuttavia problemi connessi ai dazi doganali, che rischiano di non essere dichiarati o di essere dichiarati in modo errato dagli importatori. Rispetto all’esercizio precedente, il livello di errore nella spesa dell’UE è sceso al 3,6 % (dal 5,6 % del 2023). La Corte ha peraltro constatato che è inficiata da irregolarità anche una parte dei 59,9 miliardi di euro spesi nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility – RRF), il principale pilastro del pacchetto NextGenerationEU (NGEU) messo in campo dall’UE per la ripresa dalla pandemia, e che l’incidenza finanziaria di tali irregolarità tende ad aumentare.

Sebbene l’abbassamento del livello di errore rappresenti un passo avanti, vi sono ancora troppe irregolarità nella spesa dell’UE”, ha dichiarato il presidente della Corte Tony Murphy. “Queste vanno ricondotte a criticità persistenti nelle strutture di sorveglianza e di rendicontabilità. Via via che prende forma il bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo successivo al 2027, i responsabili delle politiche dovrebbero tener conto delle constatazioni della Corte per assicurare la sostenibilità e la trasparenza dei bilanci futuri dell’UE”.

Giudizio di audit “negativo” sulla spesa a titolo del bilancio dell’UE

La Corte conclude che il livello di errore stimato è rilevante e pervasivo. Per il sesto anno consecutivo, quindi, ha espresso un giudizio negativo sulla spesa dell’UE. Ancora una volta, il tasso di errore complessivo stimato è in gran parte imputabile ai pagamenti irregolari associati alla spesa nell’ambito della politica di coesione dell’UE, che sono stati pari al 5,7 % nel 2024 (2023: 9,3 %). Gli errori più comuni nel bilancio dell’UE continuano a riguardare progetti e costi non ammissibili, nonché il mancato rispetto delle norme sugli appalti pubblici. Per la prima volta dal 2016, la Corte ha stimato il livello di errore per i fondi destinati al sostegno a regioni e paesi al di fuori dell’UE.

Giudizio “con rilievi” sulla spesa a titolo dell’RRF

Il 2024 è stato il quarto anno di attuazione dell’RRF: nell’ambito di tale dispositivo, i paesi dell’UE ricevono fondi al raggiungimento di traguardi e obiettivi predefiniti. A differenza della tradizionale spesa di bilancio, i pagamenti dell’RRF agli Stati membri non sono subordinati al rispetto delle norme dell’UE e nazionali. Dei 28 pagamenti a fondo perduto erogati nel 2024 agli Stati membri a titolo dell’RRF (per un valore totale di 59,9 miliardi di euro), sei non rispettavano le norme e le condizioni applicabili. Inoltre, in attesa di una sentenza della Corte di giustizia dell’UE, gli auditor non hanno potuto trarre conclusioni sul soddisfacente conseguimento di due traguardi relativi a riforme giudiziarie in uno Stato membro. Il soddisfacente conseguimento di questi traguardi era una condizione preliminare per qualsiasi pagamento a tale Stato membro a valere sull’RRF.

La Corte dei conti europea ha individuato anche casi di debolezze nella concezione dei traguardi e degli obiettivi, nonché problemi persistenti connessi all’attendibilità delle informazioni incluse dagli Stati membri nelle rispettive dichiarazioni di gestione. Ha formulato quindi un giudizio con rilievi sulla spesa a titolo dell’RRF. Sottolinea inoltre che tali modelli di spesa andrebbero utilizzati in futuro solo se è possibile assicurare una chiara definizione delle responsabilità, stabilire un collegamento diretto tra finanziamenti e risultati misurabili e verificare la tracciabilità dei pagamenti a fronte di costi effettivi.

Timori per l’aumento della pressione sul bilancio

La relazione annuale richiama inoltre l’attenzione su come l’assunzione di prestiti possa aumentare i rischi per i futuri bilanci dell’UE. Nel 2027 i prestiti in essere contratti dall’UE potrebbero superare i 900 miliardi di euro – avverte la Corte – un valore pari a quasi dieci volte quello precedente al varo dell’NGEU nel 2020. In aggiunta, la spesa totale per interessi per l’NGEU nell’attuale periodo di bilancio potrebbe superare i 30 miliardi di euro, più del doppio di quanto inizialmente previsto dalla Commissione europea (14,9 miliardi di euro). Per il periodo dal 2028 al 2034, la spesa per interessi potrebbe raggiungere quasi i 74 miliardi di euro. Per salvaguardare la sostenibilità dei bilanci futuri dell’UE, occorre valutare attentamente l’onere crescente derivante dagli obblighi connessi ai prestiti assunti – sottolinea la Corte, ricordando l’importanza di garanzie solide e la necessità di assicurare risorse sufficienti per l’attuazione dei programmi dell’UE.

Informazioni sul contesto

Ogni anno gli auditor della Corte dei conti europea esaminano le entrate e le spese dell’UE per appurare se i conti annuali siano affidabili e se le operazioni relative alle entrate e alle uscite siano state eseguite nel rispetto della normativa applicabile. Confrontano il livello di errore stimato con una soglia del 2 %, poiché questo è il tasso al di sopra del quale le spese irregolari sono ritenute rilevanti. Il livello di errore stimato non si riferisce a frodi, inefficienze o sprechi, ma è una stima delle risorse finanziarie che non sono state utilizzate nel rispetto delle norme nazionali e dell’UE. Nel corso del proprio lavoro, gli auditor della Corte hanno comunque individuato anche 19 casi di presunta frode, che sono stati segnalati alle autorità competenti dell’UE. Un giudizio “negativo” indica che i problemi individuati dalla Corte sono pervasivi. Un giudizio “con rilievi” indica che sono stati rilevati problemi, ma che questi non sono pervasivi.

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ECA press office: press@eca.europa.eu

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